Sulla porta della Chiesa di San Giovanni Battista è ben visibile un’epigrafe in latino ai piedi di una Croce in rilievo sulla pietra, delimitata da tre conchiglie.
Lasciando da parte la simbologia legata alla conchiglia
, della quale si tratta altrove, ci soffermeremo sull’analisi testuale dell’iscrizione.
Il testo latino recita:
Praecursor ad Christum: Tu ad me venis? (Matth. c. 3, v. 14)Hospite Te puero saltavi. Hac Aede peremptum
excipio. Heu stupidus reddor agone silex.
A.A. R.S. 1709
(Anno a Restitutione Salutis 1709)
Eccone la traduzione:
Il Precursore al Cristo: Tu vieni a me? (Matt. C. 3, v.14) Ho gioito quando, durante la tua fanciullezza, eri ospite. Tramite questo tempio innalzo chi è stato trucidato. Ahimé con la gara ritorno una stupida pietra.
(Anno dalla Restituzione della salvezza 1709)
Il primo rigo è scritto in prosa ed è tratto dal Vangelo secondo Matteo e si intende che il Precursore è San Giovanni, a cui la Chiesa è dedicata.
Il secondo e il terzo verso invece formano un distico elegiaco: il secondo è un esametro dattilico e il terzo è un pentametro dattilico.
A parlare in poesia è la pietra stessa della Chiesa che dice a San Giovanni che è stata contenta di ospitarlo da fanciullo e questo probabilmente è un riferimento alla Chiesa preesistente più piccola che ospitava, per l’appunto, San Giovanni Battista.
Con il nuovo tempio, continua la pietra, viene innalzato il Cristo ucciso, ma chiosa ammonendo le confraternite e i devoti in generale: “con la lite ritorno ad essere una stupida pietra.”
Le tre frasi di senso compiuto presentano anafora consonantica di H.
È evidente che l’epigrafe é stata scritta da una mano esperta e colta: sicuramente quella di Paolo Amato, la cui perizia nello scrivere poesia latina è nota dai versi scritti negli apparati effimeri della Cattedrale di Palermo per la festa di Santa Rosalia.
Domenico Passantino
Aggiungi un commento