(Articolo originale del Professor Domenico Passantino)
Immaginate una grande festa, con tanta gente e una statua enorme che viene portata in giro per le strade. A Ciminna, in Sicilia, durante la , succede qualcosa di speciale: i portatori della “Vara” (la struttura che sorregge la statua) non solo la trasportano, ma cantano delle frasi particolari, quasi delle preghiere urlate! Queste frasi si chiamano “giaculatorie” o “mottetti”.
Sembra una cosa da poco, ma non lo è! Questi canti sotto la Vara non sono casuali: hanno un ritmo, delle rime e un’importanza grandissima per la gente di Ciminna.
Da dove vengono questi canti?
Nel 1935, il Dottor Vito Graziano ha raccolto i primi sei di questi canti nel suo libro “Canti e leggende, usi e costumi di Ciminna“. Più tardi, nel 2009, l’architetto Arturo Anzelmo ne ha aggiunti altri due nel suo libro “Patri di li grazii siti”. Tra storia e leggenda, tradizione e culto della “Miraculosa Imagine del SS.mo Crocifisso di Ciminna”.
Noi proveremo a capire come sono fatti questi canti, come suonano (la loro “musica” di parole) e cosa significano!
Analizziamo alcuni canti insieme!
Ecco alcuni esempi dei canti che vengono urlati durante la processione, con una spiegazione semplice:
1) Il Canto della Benedizione
La grazia di l’arma e la saluti,
la binirizioni di la campagna
ci avemu a dumannari
a ‘stu Patri amurusu, dicennu:
viva lu Patri di li grazi!
Questo canto inizia chiedendo le cose più importanti: prima la salvezza dell’anima (la “grazia dell’anima”) e poi la benedizione per i campi e il raccolto. È come dire: “O Signore, dacci la pace dentro di noi e aiutaci con il nostro lavoro!” E si conclude con un forte “Viva il Padre delle grazie!”.
La parte “ci avemu a dumannari” (dobbiamo chiedere) a volte viene cambiata con frasi simili come “chi vuole la grazia ricorra” o “più forte lo deve chiamare”. La parola “Padre” viene spesso accompagnata da parole come “amoroso” (pieno d’amore), “dei peccatori” (per chi ha fatto errori) o “di misericordia” (che perdona).
2) Il Canto di Chi Guida il Mondo
E cu scinnìu
chiddu chi guverna / celu, terra e mari?
cu voli grazia ricurri
a ‘stu Patri amurusu, dicennu:
viva lu patri di li grazi!
Questo canto si chiede chi sia colui che “scese” e che governa il cielo, la terra e il mare. È un modo per dire: “Chi è che ha creato e controlla tutto l’universo? Il Padre amoroso!” Anche qui, si invita chi cerca una grazia a rivolgersi a Lui.
3) Il Canto del Guaritore
E cu niscìu
lu mericu di tutti li malati?
chiddu chi guarisci / cechi, surdi e muti?
e cu voli grazia
cchiù forti l’avi a chiamari
a ‘stu Patri amurusu, dicennu:
viva lu Patri di li grazi!
Qui si chiede chi sia “il medico di tutti i malati”, quello che guarisce i ciechi, i sordi e i muti. È un riconoscimento del potere curativo e miracoloso del Padre. Si invita anche a chiamarlo “più forte” se si vuole una grazia.
4) Il Canto del Cielo e della Terra
Triunfa lu celu
e la terra chiamannu
a ‘stu Patri amurusu,
dicennu: viva!
Questo canto è molto suggestivo! Ci dice che il cielo e la terra “trionfano” e chiamano il Padre amoroso. È come se tutto il mondo si riempisse di gioia e lo lodasse. In altri canti antichi si diceva che il cielo ride e il mondo esulta quando si nomina Dio.

5) Il Canto dei “Peccatori”
Cu s’arricogghi
lu Patri di li peccatura?
dicennu: viva!
Questo canto ha un significato molto particolare. Si chiede: “Chi è il Padre dei peccatori?” E si risponde “Viva!”
Qui c’è una storia interessante: i portatori della vara si chiamano da soli “peccatura” (peccatori). Questa parola ha radici molto antiche! Nell’antica Grecia, c’erano gli “bastàzontes”, persone che portavano pesi sulle spalle. La parola siciliana “vastasu” (che oggi ha un significato negativo, tipo “maleducato”) viene proprio da lì, perché gli scaricatori di porto, che portavano pesi, a volte usavano un linguaggio un po’ “peccaminoso”. È curioso che i portatori della vara si chiamino così, ricollegandosi a una tradizione antica e riconoscendo la loro “umanità”!
6) Il Canto della Fede
Cu veru cori
cu vera fidi
l’amu a chiamari
a ‘stu Patri di misericordia,
dicennu: viva!
Questo canto ci dice che dobbiamo chiamare il Padre “con vero cuore” e “con vera fede”. Lo si invoca come “Padre di misericordia”, che perdona e capisce.
7) Il Canto del Perdono
Patri di li grazi siti
e grazi n’aviti a fari:
a nuatri peccatura
n’aviti a perdunari;
cu voli grazi chiù / forti si raccumanna
a ‘stu Patri di li / peccatura, dicennu:
“Viva”.
Questa è una vera e propria preghiera. I portatori chiedono al Padre, che è “Padre di grazie”, di fare grazie a loro e di perdonare i loro peccati. Poi, invitano chi vuole una grazia a raccomandarsi al “Padre dei peccatori” con ancora più forza.
8) Il Canto del Trionfo
Trema lu ’nfernu
chiamannu a ‘stu Patri / di li peccatura,
dicennu: viva!
Questo canto è potentissimo! Dice che “trema l’inferno” quando si chiama il Padre dei peccatori. È un’immagine che viene da testi molto antichi, e significa che la forza e la bontà del Padre sono così grandi da far tremare anche il male!

Le foto sono di Giuseppe Avvinti
Aggiungi un commento